Maria SS. Odigitria
Di fronte la piazza principale di Piana degli Albanesi si trova la chiesa di Maria Santissima Odigitria, edificata nel 1607 e ricostruita ed ampliata verso la metà del XVII secolo. Nel 1643, infatti, su progetto di Pietro Novelli e sotto la direzione dell’insigne artista venivano iniziati i lavori di ampliamento della chiesa, la cui slanciata e maestosa cupola ottagonale domina con la sua elegante mole l’abitato della cittadina. La chiesa è l’opera architettonica più completa che può attribuirsi all’architetto e pittore Pietro Novelli, di cui porta la più squisita impronta di una spiccata maturità tecnica ed artistica. Nell’abside centrale è custodito un imponente simulacro, attribuito al Serpotta, che fa da base e da cornice alla venerata icona di Maria Santissima Odigitria, che la tradizione vuole sia stata portata in Sicilia dai profughi albanesi provenienti dalla penisola balcanica. Nel 1733 alla chiesa furono addossate le fabbriche del Collegio di Maria. Nella chiesa vengono custoditi quadri bizantini di particolare valore artistico, quali la "Dormizione della Madre di Dio" e il dittico, raro come contenuto teologico, della Vergine insieme con San Giuseppe.
Le navate laterali sono ornate da altari di stile barocco impreziositi da marmi misti. Un dipinto raffigurante l Arcangelo Michele, del 1700, ed una Crocifissione in legno intagliato, dipinto da Spiridione Marino, sono da annoverare tra le opere di pregio di questa chiesa che, tra l’altro, in tre altari presenta gli stemmi di alcune famiglie patrizie albanesi, probabili donatori degli stessi altari, quali gli Schirò, i Matranga e gli Schiadà.
Le armi degli Schirò raffigurano una torre merlata affiancata da due leoni rampanti. Quelle dei Matranga una mano che impugna una spada fronteggiata da uno scudo ornato, in basso da un drago e in alto da una stella. Lo stemma degli Schiadà ha due campi diagonali occupati da un uccello e da un cane. Presso il Collegio di Maria si eseguivano importanti lavori di ricamo in oro, in argento, in seta, in bianco, a rinascimento, in pittoresco, guarnizioni al tombolo, trine e merletti ed è proprio grazie ad essi che le suore iniziarono a realizzare sia i preziosi costumi tradizionali femminili e sia i paramenti sacri dei Papas. Per esporre questi preziosi ricami, nel 2017 grazie al FAI è stato aperto al pubblico il museo collegino. Inoltre, lo stesso Collegio di Maria è stato per tantissimo tempo un luogo che ha operato sia come istituto di educazione per le giovani donne, sia come punto di beneficienza.